Dove il più delle volte madre natura è l'ortopedica migliore... a patto che vengano rispettati dei limiti di tollerabilità e riduzione! Nell'infanzia e nell'adolescenza la patologia traumatica osteo-articolare è frequente: in un Pronto Soccorso di un Ospedale Pediatrico rappresentano il 15-20% di tutti gli accessi. L'incidenza delle lesioni traumatiche in età pediatrica è maggiore che nell'adulto, anche se spesso l'entità del danno è modesto. I maschi sono interessati molto più frequentemente delle femmine. In quasi il 50% dei casi il trauma è secondario ad una caduta e, in questa evenienza, le fratture del gomito e del polso sono le lesioni più comuni. Le lesioni traumatiche osteo-articolari in età pediatrica differiscono da quelle degli adulti per la diversità sia delle caratteristiche anatomiche, che di quelle bio- meccaniche e fisiologiche proprie dello scheletro in accrescimento. Il trattamento delle fratture in età pediatrica può creare, quindi, numerose insidie. La stessa diagnosi in alcuni casi può non essere così semplice e immediata per la mancanza di collaborazione da parte del paziente, per le caratteristiche cliniche con cui alcune fratture si possono presentare e per la difficoltà di evidenziare radiologicamente le lesioni ossee. Altrettanto insidioso è la predizione di eventuali difetti di crescita che si possono avere in seguito a danni a carico delle cartilagini di accrescimento. Alcune fratture sono appannaggio esclusivo dell'età evolutiva e pertanto possono passare misconosciute ad un medico poco avvezzo a trattare pazienti in età pediatrica.

Per quanto riguarda il trattamento, la tendenza verso la chirurgia è spinta dallo sviluppo di una migliore tecnologia, dall'uso di una fissazione minima e transitoria con conseguente rapida guarigione e basso costo sociale con ridotto tempo di ospedalizzazione ma soprattutto con tempi di recupero funzionale più rapido. Bisogna, infatti, tenere presente il costo sociale che può avere un bambino immobilizzato in gesso non solo dal punto di vista del costo dell'ospedalizzazione ma anche della necessità, spesso, di due genitori di venire a meno ai loro compiti lavorativi per assistere il figlio anche a casa nel postricovero.

Tuttavia, l'indicazione chirurgica deve essere appropriata e non bisogna farsi trascinare dall'enfasi del trattamento operatorio senza considerare che la maggior parte delle fratture pediatriche possono, comunque, essere trattate incruentamente. Se in ambito chirurgico l'esperienza e l'abilità del chirurgo sono fondamentali, stesso discorso può essere fatto per il trattamento incruento dove la manualità e le corrette manovre di riduzione della frattura e di confezionamento del gesso risultano fondamentali per ottenere un buon risultato.

Tanto più è piccolo il paziente e più tipiche e caratteristiche sono le lesioni rispetto all'adulto. 
La maggiore plasticità dell'osso tipica del bambino determina un parziale assorbimento delle forze di impatto dell'evento traumatico. 
La conseguenza fa si che la rottura completa dell'osso dei bambini sia più rara che negli adulti e si possono per cui osservare diversi tipi di fratture incomplete. Anche i legamenti differiscono e sono più robusti: un trauma a bassa energia non provoca una lesione legamentosa ma più facilmente un distacco epifisario ovvero una frattura del nucleo di accrescimento presente alle estremità delle ossa lunghe.
 Quest'ultima è di frequente riscontro in quanto rappresenta un locus di minore resistenza sul quale la forza cinetica del trauma trova sfogo. Tra le fratture incomplete citiamo:

  1. la deformazione plastica
  2. 
la frattura "a legno verde"
  3. la frattura da schiacciamento tipo "torus"
  4. le fratture metafiso-epifisarie