Si parla di contrattura muscolare quando il muscolo viene sollecitato oltre i suoi limiti di allungamento e di contrazione fisiologici e si instaura un meccanismo di autodifesa con una contrazione involontaria che ha una sintomatologia molto simile a quella di un crampo ma piu prolungato e meno acuto. Importante è sottolineare che nella contrattura non c’è rottura delle fibre muscolari questo per distinguerla dagli stiramenti e dagli strappi muscolari.

La contrattura è spesso determinata da una scarsa attenzione alla fase di riscaldamento prima di un gesto atletico, da preparazione fisica non idonea e da sollecitazioni eccessive, da movimenti bruschi e violenti associati ad una cattiva coordinazione di movimento. La contrattura rappresenta a volte un segnale di allarme poiche i meccanismi che conducono allo stiramento o allo strappo sono simili a quelli della contrattura, ma in questi casi vi è una rottura delle fibre muscolari. Se la quantità di fibre lesionate è limitata la lesione è definita distrazione o stiramento. Se invece si sono coinvolte un numero consistente di fibre muscolari si definisce come strappo. Inoltre in rapporto alla percentuale di fibre lesionate gli strappi si classificano in:

Lesione lieve o di 1 grado: lesione di una piccola quota di fibre muscolari. La linea d’ombra con la distrazione muscolare è quindi molto sottile. Il danno è modesto e viene avvertito come un leggero dolore che si però aumenta durante la contrazione muscolare.

Lesione grave o di 2 grado: la gravità aumenta e le fibre coinvolte sono maggiori. Il dolore è acuto, una fitta avvertita come un colpo o un calcio. La lesione altera il gesto atletico ma consente (imprudentemente) allo sportivo di terminare la gara.

Lesione gravissima o di terzo grado: l'alta percentuale di fibre coinvolte (70%) determina una lacerazione del muscolo. Il dolore è molto forte accompagnato ad una impotenza funzionale con impossibilità di terminare la gara.

Alla palpazione si apprezza un avvallamento, uno scalino a livello della rottura. Le lesioni appena descritte sono molto frequenti in ambito sportivo. In particolar modo nelle discipline con attività muscolari di tipo esplosivo. Ad essere colpiti sono per lo più gli atleti non allenati o che non adeguatamente riscaldati prima di iniziare l'attività fisica. Molto spesso gli sportivi del fine settimana i cosi detti weekend warriors. In tutti i casi bisogna interrompere l’attività sportiva, immobilizzare e distendere il muscolo colpito, applicare ghiaccio ed eventualmente somministrare farmaci antinfiammatori e miorilassanti. Da un punto di vista strumentale è sufficiente una ecografia ben fatta, per stabilire la reale gravità della lesione e quindi definire i tempi di recupero. Lo strappo muscolare necessita riposo assoluto per almeno 20 giorni. Nei casi più gravi (lesioni di III grado) può essere addirittura necessario l'intervento chirurgico per suturare le fibre muscolari o l’infiltrazione locale di plasma arrichito con piatrine (prp, la cosidetta pappa paistrinica).

La rieducazione funzionale è consigliabile solo a guarigione avvenuta. Per un recupero completo è fondamentale rispettare i tempi di guarigione senza avere fretta di tornare allo sport. Quando si riprende l'attività si deve prestare la massima attenzione alla programmazione degli allenamenti e alla fase di riscaldamento.