La traumatologia dell'anziano, il motivo di ospedalizzazione più frequente per caduta accidentale attualmente curabile entro le 48 ore dal trauma con tecniche mini invasive e con un rapido recupero dell'autonomia Nell'ultimo secolo, con l'allungamento della vita media, il numero delle fratture del collo femore nel grande anziano sono sempre più frequenti. La frattura di solito avviene nella porzione compresa tra la testa femorale e la diafisi, costituita dal collo femorale e dalla cosidetta regione trocanterica.

Questa porzione del femore è sottoposta ad intense sollecitazioni meccaniche e nell’anziano la sua struttura è indebolita a causa dell'invecchiamento e dell'osteoporosi, per cui anche traumatismi non efficienti, come la caduta dalla stazione eretta possono causare fratture. Al primo soccorso (già a casa del paziente) è facile sospettare la frattura per i dati anamnestici, età e caduta a terra, e per l'atteggiamento dell'arto dolente che si presenta in extrarotazione e dolente alla mobilizzazione. In clinica una radiografia dell'anca confermerà la diagnosi, mostrando se si tratta una frattura mediale o laterale. Questa distinzione non è solo una mera necessità di classificazione ma è fondamentale sia per il trattamento che per la prognosi. La frattura mediale infatti è intrarticolare (mediale all’inserzione della capsula) è poiche la testa del femore ha una vascolarizzazione terminale, non guarisce e si rende necessaria la sostituzione protesica.

La frattura laterale invece è una frattura extraticolare e una volta ridotta e sintetizzata guarisce con facilità. Il trattamento quindi è sempre chirurgico (dopo una attenta valutazione e studio da parte dell’anestesista che nella maggior parte dei casi effettuerà una anestesia loco regionale) perché è imperativo ridurre il piu possibile l'allettamento dei pazienti anziani, che altrimenti vanno incontro a gravi e letali complicanze da ipomobilità ed allettamento. Nelle fratture laterali, come la frattura pertrocanterica si eseguono interventi di osteosintesi, con chiodi endomidollari impiantati con tecnica mini invasiva e con minime perdite ematiche. Nelle fratture mediali, come la frattura sottocapitata si eseguono interventi di sostituzione della porzione prossimale del femore fratturato, collo e testa, con una protesi con o senza cemento acrilico in rapporto alla qualità dell’osso.

In entrambi i casi il programma riabilitativo inizia già dal primo giorno dopo l'intervento con la mobilizzazione dell'arto operato e la ginnastica respiratoria e, se le condizioni generali lo permettono, il paziente viene messo seduto dopo 24 ore e poi verticalizzato dopo 48 ore dall'intervento. L'obiettivo principale del trattamento riabilitativo è infatti quello di mobilizzare precocemente il grande anziano per prevenire le complicanze da allettamento, quali le infezioni respiratorie ed urinarie, i decubiti e la perdita dello schema motorio del cammino.